La parola “Eucaristia” deriva dal greco εὐχαριστία (eucharistía), che significa letteralmente “ringraziamento” o “grazie”.
Coltivare il cuore: è cominciato l'anno pastorale con la preghiera e la posa della vite, segno della nostra voglia di cresce.
Avviso 31 agosto 2025
Cari fedeli,
la nostra missione in Brasile è andata molto bene, grazie per la vostra preghiera.
Domani con i nostri giovani andrò in Calabria per una attività con l’associazione Libera e domenica prossima parteciperemo alla santa messa di canonizzazione dei beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis in san Pietro. Pregate per noi.
Un giovane della nostra missione in Brasile diceva: «di fronte a tanto bisogno di bene che senso ha la mia “elemosina” di sorrisi e aiuto di qualche giorno?».
Scriveva l’economista Leonardo Becchetti: «Nessuno chiede a nessuno di risolvere da solo i problemi del mondo. Gli studi empirici sulla felicità ci insegnano però che la gratuità è uno dei fattori chiave della felicità e costruire una relazione e prendersi carico di una e una sola persona arricchirebbe in modo straordinario la vita.»
«Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.» Abbiamo letto in questa domenica. Il paradosso del fare senza pretese, con cuore umile, semplice. Verso chi non ci può dare nulla!
Oggi e venerdì la Global Sumud Flotilla salperà dall’Europa per tentare di portare alimenti e solidarietà a Gaza. Partirà grazie a una associazione importante, ma specialmente grazie a tante semplici normali persone che hanno donato 3 scatole di tonno, 1 kg di riso, 1 l. di olio…
Domani 1 settembre si celebra la giornata del Creato. Scrive papa Leone XIV:
Cari fratelli e sorelle!
Il tema di questa Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, scelto dal nostro amato Papa Francesco, è “Semi di Pace e di Speranza”. Nel 10° anniversario dell’istituzione della Giornata, avvenuta in concomitanza con la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’, ci troviamo nel vivo del Giubileo, “pellegrini di Speranza”…
Molte volte Gesù, nella sua predicazione, usa l’immagine del seme per parlare del Regno di Dio, e alla vigilia della Passione la applica a sé stesso, paragonandosi al chicco di grano, che per dare frutto deve morire (cfr Gv 12,24). Il seme si consegna interamente alla terra e lì, con la forza dirompente del suo dono, la vita germoglia, anche nei luoghi più impensati, in una sorprendente capacità di generare futuro. Pensiamo, ad esempio, ai fiori che crescono ai bordi delle strade… e riescono a decorare il grigio dell’asfalto e persino a intaccarne la dura superficie.
Dunque, in Cristo siamo “semi di Pace e di Speranza”, perché Come dice il profeta Isaia, lo Spirito di Dio è in grado di trasformare il deserto, arido e riarso, in un giardino, luogo di riposo e serenità: (Is 32,15-18).
… Insieme alla preghiera, sono necessarie la volontà e le azioni concrete che rendono percepibile questa “carezza di Dio” sul mondo (cfr Laudato si’, 84). La giustizia e il diritto, infatti, sembrano rimediare all’inospitalità del deserto… In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina… senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati.
Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene.
E non basta: la natura stessa talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della “terra bruciata”, i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando do le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale.
Queste diverse ferite sono dovute al peccato. Di certo non è questo ciò che aveva in mente Dio quando affidò la Terra all’uomo creato a sua immagine (Gen 1,24-29)… La giustizia ambientale – implicitamente annunciata dai profeti – non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica, che per i cristiani ha il volto di Gesù Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento. In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità.
È ormai davvero il tempo di far seguire alle parole i fatti. «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» (ivi, 217). Lavorando con dedizione e con tenerezza si possono far germogliare molti semi di giustizia, contribuendo così alla pace e alla speranza. Ci vogliono talvolta anni prima che l’albero dia i suoi primi frutti, anni che coinvolgono un intero ecosistema nella continuità, nella fedeltà, nella collaborazione e nell’amore, soprattutto se quest’amore diventa specchio dell’Amore oblativo di Dio… Prego l’Onnipotente di mandarci in abbondanza il suo «spirito dall’alto» (Is 32,15), affinché questi semi e altri simili portino abbondanti frutti di pace e di speranza…
L’Enciclica Laudato si’ ha accompagnato la Chiesa Cattolica e molte persone di buona volontà per dieci anni: essa continui ad ispirarci e l’ecologia integrale sia sempre più scelta e condivisa come rotta da seguire. Così si moltiplicheranno i semi di speranza, da “custodire e coltivare” con la grazia della nostra grande e indefettibile Speranza, Cristo Risorto. Nel suo nome invio a tutti voi la mia benedizione.
LEONE PP. XIV
Cari fedeli, vedete quante possibilità di invitare ciechi e zoppi e ultimi alla nostra mensa. Non restiamo con le mani in mano.
Grazie, p. Giannicola M. prete
3 Luglio h. 21.30 Sagrato della Chiesa Divina Provvidenza Via Dino Compagni 6, Firenze
Non è cosa da tutti
Produzione ADARTE con FONDAZIONE TEATRO DELLA PERGOLA di Firenze
Col sostegno di MIC Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e REGIONE TOSCANA Settore Spettacolo
Regia coreografia e interpretazione Paola Vezzosi
Voce narrante Camilla Catani
Direzione organizzativa Vittoria Belvignati
Direzione tecnica Luca Chelucci
Assistente e documentazione foto video Simone Falteri
Musiche Vinicio Capossela e AA.VV.
La Fondazione Teatro della Pergola di Firenze nel 2013 ideò un innovativo progetto chiamato DOPO LA PROVA, nel cui ambito scelse Paola Vezzosi/ADARTE tra le compagnie che si muovevano nella ricerca coreografica legata a autori italiani condividendo un “progetto di spettacolo” che fu creato in residenza presso il Teatro stesso. Nel 2025 la Compagnia ADARTE riallestisce il lavoro e Paola Vezzosi torna eccezionalmente sul palco in veste di danzatrice oltre che di coreografa, per reinterpretare, a 12 anni di distanza, la grande poetessa e scrittrice Alda Merini.
Non è cosa da tutti trova risonanza nelle pagine de L'altra verità Diario di una diversa di Alda Merini. Il diario intimo di una donna che ha pagato la sua diversità col ricovero in manicomio e ne ha vinto l'abominio strappando per sé una sopravvivenza che sapeva di meritare, si offre come valida incarnazione di quell'inno alla fragilità. Stralci del vissuto dell'autrice danno corpo e palesano l'habitat di una voce in cerca di redenzione. L'azione, mossa dal tentativo ripetuto e vano, lontano da ogni successo, lo sforzo senza esito e ostinato, trovano una continuità, quasi una logica, nella follia.
Ingresso libero
A cura di ADARTE Compagnia
 Con il contributo del Comune di Firenze nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2025
Direzione artistica: Paola Vezzosi.
Direzione organizzativa: Vittoria Belvignati
Direzione tecnica: Luca Chelucci
Tecnica: Fiamma Perugi
Dance Wave in Florence è un’ondata di danza che attraversa i luoghi della vita cittadina, partendo dal cuore del quartiere delle Cure fino ad approdare a Novoli, nello spazio de Le Curandaie – un’associazione che valorizza la ricchezza del tessuto sociale con un’attenzione particolare alle donne e alle donne-madri. Ogni appuntamento è un incontro tra corpi e architettura. La rassegna si apre nei pressi di un luogo sacro, sul sagrato della Chiesa della Divina Provvidenza, con un assolo dedicato ad Alda Merini, per poi travolgere il cuore pulsante del quartiere – il Mercato coperto di Piazza delle Cure – con spettacoli di danza contemporanea e una straordinaria Urban Show Battle. Dance Wave in Florence ospita anche una sezione di MOST – MOving STories 2025, festival di danza e letteratura dedicato alla danza ispirata a testi letterari. MOST, festival multidisciplinare che prevede momenti di confronto con il pubblico, incontri tematici e percorsi di mediazione culturale, propone per l’occasione La grazia della dissonanza al Parco Mediceo di Pratolino, nell’ambito della Rassegna Un Parco di Musica ed altre Storie. Infine, nello spazio de La Fonte – Le Curandaie a Novoli, verrà replicato l’assolo dedicato ad Alda Merini, seguito dall’incontro col pubblico sui processi creativi e sul rapporto tra arte e salute mentale “Sulle tracce di Alda Merini – Danza, salute mentale e poetica del corpo”.
P. Bernard M. Amadou
prima santa messa
Domenica 26 gennaio 2025 - ore 11.00, chiesa della Divina Provvidenza a Firenze
Solennità dell'Epifania del Signore
6 gennaio 2025
Ore 13.00 pranzo con i Magi
insieme a tutte le famiglie assistite dalla nostra Caritas